Le mie recensioni

“L’amante giapponese” di Isabel Allende

8 Maggio 2016
IL MIO GIUDIZIO :

L’AMANTE GIAPPONESE – di Isabel Allende – ROMANZO

Adoro Isabel Allende pertanto, quando ho visto in libreria questo romanzo, l’ho acquistato subito senza nemmeno pensarci (e senza leggere la quarta di copertina, come invece faccio di solito). E non ne sono pentita. Il romanzo mi è piaciuto moltissimo.

La scrittrice ci accompagna nel viaggio lungo una vita della sua protagonista femminile, Alma Belasco, di ottantuno anni, una donna molto lucida e piena di vita che ha scelto liberamente e consapevolmente di andare a vivere gli ultimi anni della sua vita a Lark House, una casa di riposo di San Francisco. Ogni tanto, Alma prende la propria auto e parte da sola, senza dire a nessuno dove vada. E quando ritorna, è felice e piena di vita.

Insieme alla storia di Alma, la Allende ci ricorda le nefandezze della Seconda guerra mondiale, con le sue tante pagine dolorose tra cui i campi di internamento in cui vennero rinchiusi i giapponesi americani.

Alma Belasco è una donna molto moderna, in tutti i suoi aspetti. Ed anche una donna molto fortunata. Soprattutto, molto amata.

I personaggi che girano intorno a lei e alla vicenda sono tutti molto interessanti, ognuno con la propria storia, ma quello che ho amato di più è stato Nathaniel. Lui è davvero l’emblema del vero amore.

Ma il titolo del romanzo ci parla di un amante, quindi, più che d’amore, questo amante è l’emblema invece della passione.  Una passione segreta, ovviamente, talmente segreta e talmente riservata da occupare poco spazio in termini di descrizione ed eventi, ma è il filo conduttore, il leitmotiv che accompagna il lettore per tutto il romanzo.

Personalmente, ritengo che protagonista del libro non sia la storia dei due amanti, né la figura dell’amante giapponese, a mio avviso in secondo piano rispetto a Nathaniel, che invece è sempre presente. La protagonista assoluta è Alma, con la sua modernità di donna che sa quello che vuole e che non è disposta a rinunciare alla propria libertà per nessun uomo. Mentre sappiamo tutto, ma proprio tutto del rapporto tra lei e Nathaniel, quello tra lei e Ichimei (il suo amante giapponese) invece è molto meno dettagliato. Un rapporto molto privato, dove nemmeno al lettore è consentito di entrare fino in fondo.

Nathaniel invece è l’amore vero, profondo, il compagno di una vita intera. Si sa, l’amore e la passione viaggiano su due binari diversi. L’amore per essere tenuto in vita va dimostrato ogni giorno. La passione invece, necessita di momenti brevi. Sono entrambe due esperienze meravigliose. Alma, da giovane, ha la possibilità di scegliere: rinunciare alla sua ricchezza e ai suoi privilegi per amore di Ichimei, ma non lo fa. E con questa scelta, a mio avviso, dimostra chiaramente che per lei Ichimei è solo una grande passione, struggente, meravigliosa; è il pensiero costante da cui attingere vita, ma preferisce avere accanto l’amore saldo, sicuro e protettivo di Nathaniel. Al contrario, quando invece si rende conto che sta per perdere Nathaniel, allora rinuncia a tutto:  smette di dipingere, licenzia i dipendenti del suo laboratorio, smette di viaggiare ma, soprattutto, smette di vedere Ichimei.

Come sempre, nei romanzi della Allende si intersecano anche le vite e le storie dei personaggi che gravitano intorno al protagonista.  Altre storie di vita e d’amore si intrecciano a quella di Alma, tra cui quella di Irina e Seth.

Il suo Realismo Magico in questo romanzo è solo appena accennato, nelle ultime pagine del libro: un tocco delicato e struggente.

L’amante giapponese è un romanzo che riesce a commuovere  profondamente il lettore. Un grande romanzo d’amore.

“[…] l’età, di per sé, non rende nessuno migliore e più saggio, semplicemente accentua ciò che si è sempre stati”.

“Hai avuto il tempo della sofferenza; adesso deve iniziare il tempo della guarigione e del perdono”.

L’amante giapponese, di Isabel Allende, Feltrinelli, pagg. 281, traduzione di Elena Liverani, 18,00 Euro

IL MIO GIUDIZIO :

L’autrice: Isabel Allende è nata a Lima, in Perù nel 1942. Ha vissuto in Bolivia, in Europa e in Cile, dove inizia a lavorare come giornalista. A seguito di avvenimenti politici, si è stabilita in Venezuela e, successivamente negli Stati Uniti.  Il suo primo romanzo La casa degli spiriti (1982) ha fatto di lei una delle voci più importanti della narrativa contemporanea. E’ autrice di decine di romanzi di successo. Nel 2014 il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l’ha premiata con la Medaglia presidenziale della libertà.

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