Le mie recensioni

“Due” di Irène Némirovsky

3 Novembre 2015
IL MIO GIUDIZIO :

DUE – di Irène Némirovsky – ROMANZO

Interessante la scelta di questo titolo “Due”, così semplice, diretto, colmo di significato, a mio parere volutamente “ossimorico”, che fa immaginare al lettore due persone, mentre invece ce n’è una sola.

Ossimorico perché, di tutte le coppie descritte nel libro, non c’è n’è nessuna vera, autentica. Sono personaggi individualisti, molto moderni in questo, potrebbero tranquillamente essere contemporanei, invece siamo negli anni ’20.

Irène Némirovsky è bravissima nel descrivere dettagliatamente lo stato d’animo dei suoi personaggi. Siamo in una Parigi appena accennata e, in alcuni momenti, in altre città della Francia, dove i personaggi si spostano a seconda degli eventi che li colpiscono.

Ognuno di loro vive circoscritto nel suo piccolo mondo interiore: gli anziani in un amore coniugale appannato, mentre i giovani nella propria inesperienza, della vita e, soprattutto, dell’amore. Non c’è nessuno di loro infatti, che sappia che cosa significhi davvero amare.

La prosa di Irène Némirovsky è meravigliosa, il suo stile ineccepibile. Il romanzo è uno spaccato sulla società dell’epoca, sull’incapacità di amare, sulla solitudine interiore che porta anche a gesti estremi, che nulla hanno a che vedere con il vero amore, e che aggiungono dolore al dolore. Il libro si chiude in maniera circolare, a testimonianza che anche nella costruzione dell’intreccio, l’autrice non lascia nulla al caso: inizia con un bacio senza amore: “Non è amore, è un gioco”, e finisce con un bacio molti anni dopo, sempre senza amore.

Per tutto il romanzo, il matrimonio viene visto come un pallido raggio di sole, qualcosa di necessario e inevitabile, che non porta alla vera felicità. Sono tutti personaggi mediocri, nella personalità e nella capacità, o meglio, incapacità di amare. I giovani fanno del loro meglio per sopravvivere, poiché nessuno di loro è in grado di vivere appieno la propria vita, la propria giovinezza. Confondono la passione con l’amore; i tradimenti, le bugie, la superficialità e l’egoismo sono gli aspetti principali dei loro comportamenti e dei loro caratteri.

Pagina dopo pagina, il lettore si rende conto che il vero protagonista di questo libro non è l’amore, ma il conflitto, inconciliabile, tra il desiderio di solitudine e il bisogno d’amore, che sfocia nell’individualismo. Ognuno pensa a sé: genitori e figli vivono nel loro mondo, con i loro bisogni e le loro necessità. Sono queste che li spingono e relazionarsi con gli altri, a sposarsi, a formarsi una famiglia. L’unico fremito d’amore che ho visto in tutto il romanzo è stato quello di un uomo anziano in punto di morte, che ha un breve slancio d’affetto verso la moglie e che il figlio, presente, non riesce a cogliere.

Non ho amato nessun personaggio di questo libro; però il loro vuoto interiore fa riflettere, soprattutto perché come ho scritto all’inizio, è ancora, purtroppo, terribilmente attuale.

Due, di Irène Némirovsky, Adelphi Edizioni, pagg. 237, traduzione di Laura Frausin Guarino, 11,00 Euro

IL MIO GIUDIZIO :

L’autrice: Irène Némirovsky è nata a Kiev nel 1903 ed è morta ad Auschwitz nel 1942. La sua famiglia si era rifugiata in Francia dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Ha scritto diversi romanzi e racconti che negli anni Trenta riscossero un enorme successo, in particolare David Golder e Due, pubblicati rispettivamente nel 1929 e 1939. E’ stata riscoperta nel 2004 grazie al romanzo Suite  Francese, che ha ottenuto a titolo postumo, il Prix Renaudot.

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